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Una storia fatta di storie. Diversa, distante, scritta in una lingua antica. L’idillio che si rovescia e diventa incubo, dentro una comunità dove nulla è ciò che appare e la verità sta nascosta in fondo alla strada. Nessuno la conosce perché nessuno deve saperla. E perché è la sua dimenticanza a rendere possibile la vita di Oblivia.
Giunto alla sua seconda opera narrativa dopo Il mio nome è Nedo Ludi, Pippo Russo propone un felice incontro fra romanzo e poesia. Una storia potente, lirica, inquietante. Che non si potrà dimenticare nemmeno cercando disperatamente l’oblio.
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.Pippo Russo, Memo, Baldini e Castoldi, 2008
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