Vincenzo Gueglio, Ciao bella fuga, Gammarò editori, Sestri Levante 2007
AVVENTURE PICCANTI, DISCUSSIONI EROTICO-POLITICHE, CONFESSIONI ALLEGRE O MALINCONICHE, DISPERATI TENTATIVI DI EVASIONE E SODDISFATTE RICADUTE NELLA SPLENDIDA OSSESSIONE DEL SESSO.
DALLA QUARTA DI COPERTINA
«Più che un vero e proprio romanzo, a lode e gloria della saggezza narrativa di Gueglio, l'opera non segue una sequenza più o meno ordinata di avvenimenti, ma l'esemplificazione delle avventure eroicomiche di alcuni personaggi popolari[...].
Insomma, Gueglio reinventa davvero il genere narrativo[...].
Il gioco e l'epica comica di Gueglio offre una serie straordinaria di trovate [...] ed esemplare, allora, è il punto esasperato ed enorme a cui Gueglio sa condurre il racconto con le infinite variazioni di cui è capace. »
Giorgio Bàrberi Squarotti
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Vincenzo Gueglio visto da Marcello Rezzano
Sì, io canto uomini grezzi, e tingo di nostalgia un mondo nel quale probabilmente non sarei stato in grado di sopravvivere; eppure l’amo, quel mondo, così come lo rappresento, con la passione con cui si ama l’amante; e poiché nel deserto lunare che abito sento disperatamente la mancanza di quel tepore animale che gli uomini hanno smarrito assieme ai loro volti, così tento di animare, un poco almeno, il paesaggio - «di cartone e moplen» come direbbe Venìn - nel quale mi trovo costretto a muovermi, proiettandovi le immagini di quegli uomini; e la bellezza perduta del borgo tradito e massacrato.
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Marcello Rezzano - Arcobaleno a Portobello - Sestri Levante 2002 . .
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CIAO BELLA FUGA
in anteprima
Il problema più importante
Filosofi
Del modo in cui, involontariamente, Becciarin pensando a tutt’altro e non sospettando di filosofare, provò a uscire dal tunnel della fica e rischiò di liberarsi - malamente, però - dalla tirannia di Piero
.INVITO ALLA LETTURA DEL RACCONTO PRUENSA
Pruensa era un omettino sparuto e fragile, gentile e timoroso d'infastidire anche l'ombra delle piante. Dove abitasse non si sa di preciso: lo si vedeva sovente sulla passeggiata a mare, accompagnato dalla fedele chitarra - ordinatamente riposta in una custodia che Pruensa teneva per mano, delicatamente, come fosse un bambino piccolo - e da un cagnolino del tutto identico a lui: come lui arruffato, minuto e timido, come lui disposto ad appartarsi e svanire per non dar noia.
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