da un certo momento, la vita stessa"
.
(Carlo Bo, Diario aperto e chiuso 1932-1944)
.

.
. .

È il periodo in cui, se la sinistra esercitò un'innegabile egemonia culturale, il cattolicesimo moderato ebbe gran parte del potere politico: e poiché tra le sue file le personalità erano relativamente poche, Bo esercitò un ruolo eminente. Quel ruolo però se l'era guadagnato negli anni in cui le leve del potere stavano altrove e i venti della moda spiravano verso altri lidi. Se l'era guadagnato per la virtù che Piero Bargellini, il compagno di strada di Frontespizio, gli aveva riconosciuto in una lettera di commiato: "La tua non è abilità critica o sensibilità d'occhio. È capacità d'anima"" (Pietro Gibellini). Il 31 dicembre 2000 Avvenire aveva interpellato alcuni intellettuali sulle questioni fondamentali del XXI secolo. Questa la risposta di Carlo Bo: "La sopravvivenza, fisica e morale, di ciò che costituisce il fattore umano. Questa sarà la "magna quaestio" del prossimo futuro. II problema drammatico della civiltà che si affaccia col nuovo secolo sarà il poter ritrovare le ragioni ultime di quei valori che consentono una vita umanamente e umanisticamente motivata, che tenga conto non solo delle cose visibili, ma anche - e soprattutto - di quelle invisibili. Il grande compito dei cristiani e degli uomini di buona volontà sarà fare un po' di spazio nel materialismo e nel consumismo globalizzati per ritrovare un'idea condivisibile delle cose superiori. Bisognerà insomma costruire insieme, credenti e no, un'altra civiltà, un mondo che sappia finalmente ritrovare lo spirito della carità cristiana: cioè saper perdonare e cercare di risolvere problemi epocali, inevitabili e giganteschi, secondo uno spirito di carità.
.
. .
Storia di un'intervista.
Estate ’92. Sestri Levante, la cittadina di mare dove è nato e cresciuto Carlo Bo. La prima volta lo incontro lì, seduto ad un tavolino del Caffè Tritone con un gran mazzo di giornali davanti e l’immancabile sigaro tra le labbra. Hanno appena ucciso a Palermo il giudice Paolo Borsellino. Un interrogativo mi perseguita: "Ha senso continuare ad occuparsi ancora di letteratura, quando succedono cose come queste?" "Naturalmente", mi risponde dopo qualche decina di secondi. E non aggiunge altro...
invito alla lettura dell'articolo
.DAGLI ARCHIVI STORICI DEI QUOTIDIANI
LA REPUBBLICA - IL CORRIERE DELLA SERA
.
CARLO BO. LA MEMORIA VIVE A SESTRI
STORIE D' ESTATE. VACANZE D' AUTORE. Il grande critico, senatore a vita, racconta il suo " rifugio d' estate ". Le metodiche passeggiate, le letture, i ricordi..Quando quest' angolo di Liguria era terra promessa per scrittori, poeti, artisti. Il periodo piu' bello fu tra il ' 34 e il ' 38: da qui passavano Gadda, Montale, Luzi e Messina. Eravamo un allegro e amichevole cenacolo vagante " . Le lunghe nuotate e i tuffi nella Baia del Silenzio con mia sorella ". " Non ci sono piu' i pescatori e il porto ora e' pieno di yacht ".
.
.
CARLO BO,CITTADINO ONORARIO DELLE LETTERE
Oggi e domani a Sestri Levante e a Genova si festeggiano i novant' anni del grande critico Carlo Bo, cittadino onorario delle lettere Libri, libri e ancora libri per festeggiare i novant' anni di un uomo che di libri ha vissuto e che a molti di noi ha insegnato non soltanto a usarli, ma ad amarli e a trarne insegnamenti fondamentali.
.
UNA FESTA A LUI ?
CARLO BO CELEBRA L'AMICO DESCALZO.
FRANCESCO DE NICOLA. Le recenti manifestazioni indette dai comuni di Genova e di Sestri Levante per celebrare i novant' anni di Carlo Bo hanno doverosamente sottolineato i grandi meriti culturali dell' illustre festeggiato, messi in luce da chi aveva i maggiori titoli per farlo. A me invece preme sottolineare un aspetto umano non troppo noto del grande studioso, da molti considerato burbero e distaccato, soprattutto da chi ha scarsa conoscenza del carattere essenziale, riservato ma non per questo insensibile dei liguri....
INVITO ALLA LETTURA DELL'ARTICOLO
Francesco De Nicola - La Repubblica — 04 aprile 2001 pagina 14 sezione: GENOVA
.
SILENZIO A SESTRI.
CARLO BO E' TORNATO PER SEMPRE
Ai funerali celebrati ieri ha partecipato anche il presidente della Repubblica Ciampi Silenzio a Sestri, Carlo Bo è tornato per sempre DAL NOSTRO INVIATO SESTRI LEVANTE - Carlo Bo se n' è andato così, in un infuocato pomeriggio d' estate, attraversando un attonito angolo di Liguria in questa stagione affollato di turisti giustamente dimentichi di tutto quanto può far pensare a qualcosa di opposto alla vita. Era il suo angolo, questo, dove scoscende in mare la sua Sestri Levante e dove gli fu dato nascere nell' ormai remoto 1911.
INVITO ALLA LETTURA DELL'ARTICOLO
Collura Matteo Pagina 35 (25 luglio 2001) - Corriere della Sera
.
CARLO BO, L'ULTIMO TESTIMONE DELLA LETTERATURA
Era specialista del mondo francese, ma il suo talento non conosceva confini. Camillo Sbarbaro, supplente di greco, gli insegnò cos' era la poesia..
INVITO ALLA LETTURA DELL'ARTICOLO
Collura Matteo, Raboni Giovanni, Nascimbeni Giulio Pagina 31(22 luglio 2001) Corriere della Sera
.
.
CARLO BO,
L' UOMO CHE VIDE TRAMONTARE IL ROMANZO
A un anno dalla morte ricordo del grande critico cattolico, diviso tra la passione per la letteratura e lo scetticismo per la mediocrità della produzione più recente.
Ci sono immagini, figure, presenze che la morte allontana da noi con una rapidità vertiginosa, come se in quel momento il legame che le univa a noi si spezzasse di colpo lasciandole libere di sprofondare, per dirla con Thomas Mann, nel «pozzo del passato», e altre che essa sembra invece lasciarci stranamente vicine, persino più vicine di quando erano, se così si può dire, dal nostro stesso lato della realtà. Ho provato la seconda (la più confortante e, insieme, la più inquietante) di queste due sensazioni ogni volta che mi è capitato di pensare a Carlo Bo da quando, nel luglio dello scorso anno, si è conclusa la sua lunga vita..
INVITO ALLA LETTURA DEL ARTICOLO
Raboni Giovanni - Pagina 33 (18 luglio 2002) - Corriere della Sera
.
..
LA TESTIMONIANZA DI VIGORELLI: SULLA SPIAGGIA DI SESTRI PARLANDO DI CAPOLAVORI E BELLE DONNE
«Si formò alla scuola francese e divenne l' anti-Croce». «I critici suoi contemporanei, e più quelli venuti in piena autonomia dopo di lui e persino contro, ognuno gli deve qualcosa, qualche domanda, qualche risposta, e tutti non possono negargli di dovere a lui quell' apertura di porte, di finestre, di frontiere su una Europa letteraria sconosciuta o malconosciuta, della quale a turno qualche specialista conosceva questo o quello scrittore, mentre egli pareva chiamarli all' appello tutti e da ogni parte, per farne ciascuno ed insieme i "membri di un ideale circolo dell' anima"». Così Giancarlo Vigorelli scriveva di Carlo Bo in una testimonianza critica premessa al vasto volume che del grande critico raccoglie gli scritti principali, Letteratura come vita (Rizzoli, 1994, a cura di Sergio Pautasso).
.
CARO CHARLIE CARLINO CARLO BO
Montale lo chiama «Charlie», Bigongiari «Carlino», Giacomini «zio Carlo». Castellani, più in soggezione, si rivolge al «prof. Carlo Bo, attentissimo lettore, scrittore acuto, magnifico rettore».
.
INVITO ALLA LETTURA DELL'ARTICOLO
Armando Besio, La Repubblica — 25 aprile 2004 pagina 10 sezione: MILANO
.
.
CARLO BO: CARO GUEGLIO...
Lettera di Carlo Bo a Vincenzo Gueglio - introduzione a Mario, la fortunata storia, narrata da Vincenzo Gueglio, vincitrice al premio Pavese.
INVITO ALLA LETTURA DELL'ARTICOLO
fratellifrilli.com
.
.
CARLO BO : LETTURE CONSIGLIATE,
SAGGIO DI VINCENZO GUEGLIO
CLICCA SULL' ICONA
.
.